Marco Scarlatti risponde


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Il caporedattore del Premio Zeno ha posto cinque domande al vincitore del Premio Zeno, Romanzi Editi

07/02/2021 | 14:07

Emanuele Bukne, caporedattore del Premio Zeno, ha posto all'autore Marco Scarlatti, vincitore del Premio Zeno 2020 (sezione Romanzi Editi) cinque domande sulla sua esperienza. Di seguito una sintesi della video intervista.

  1. Ciao Marco, sono trascorsi circa due mesi da quando il tuo Giovani come la notte è stato premiato alla VIII edizione di Zeno. Cosa è successo da allora?

    Due cose: la prima è che alcuni, incuriositi dal premio, lo hanno comprato e letto. La seconda cosa, altrettanto importante, è l'aver dato forza a me come autore di andare avanti, di non mollare, di continuare a scrivere e di scrivere sempre meglio, confrontandosi con temi nuovi e con modalità di scrittura nuove.

  2. Il tuo è un ottimo libro, si fa leggere tutto d'un fiato e ha lo stile del montaggio cinematografico moderno: dinamico, pulp, a tratti persino irritante per quella tendenza, stavolta antica, di immedesimarsi con i protagonisti della fiction e a tifare per Bucci e Livia Ussari, per un amore che, come il protagonista, sai che non potrà essere corrisposto. Quando e come è nata la storia che racconti nel libro.

    Questo libro, a differenza degli altri, non so quando mi è venuto in mente di scriverlo. Mentre per i miei due libri precedenti so qual è stato il momento, qual è stata l'idea da cui è partito tutto, per Giovani come la notte probabilmente non è così. Ho due figlie adolescenti, probabilmente i discorsi con loro, il confronto continuo con loro, le discussioni, l'entrare in relazione con il loro mondo che io ho vissuto circa trent'anni fa ma che nel frattempo è cambiato (perché il mondo dei giovani di oggi è certamente diverso dal mondo di quando ero giovane io), mi ha stimolato nel raccontare una storia su come vedo io vedo i giovani, una storia dove gli adulti non ci sono, non esistono, dove non ci sono confini chiari tra bene e male, tra giusto e sbagliato, un mondo dove i giovani si muovono sopra un crinale e potrebbero cadere tranquillamente da una parte e dall'altra, verso il bene o verso il male. E di fatto qualcuno di loro farà delle cose giuste, qualcun altro delle cose sbagliate, in questa "notte" che dà il titolo al libro, così come "giovani" (giovani e notte sono protagonisti indiscussi del romanzo, non solo perché il romanzo si svolge di notte: è una notte ovviamente metaforica).

  3. Come è stata accolta la notizia della vittoria dalla MdS, la tua casa editrice, e in generale dalle persone che ti sono vicine?

    Il libro è stato fortemente voluto dall'editore MdS che ha accolto con gioia la vittoria del premio. Per quello che è stato possibile hanno festeggiato molto... tramite i social, sono stati contentissimi anche perché i piccoli editori vivono di questo, non vivono dei libri che esplodono e improvvisamente vendono centomila copie, è impossibile. Il piccolo editore vive di piccoli passi fatti dai suoi autori, ogni autore deve fare o cercare di fare dei piccoli passaggi per sostenere se stesso e per sostenere l'editore che ha creduto in lui fino alla fine.

  4. L'edizione del 2020 come sai è stata, causa pandemia, diversa dalle altre. Ci avrebbe fatto davvero piacere conoscerti di persona. Intanto, come da tradizione per i vincitori, nel 2021 farai parte della giuria. Cosa ti senti di dire agli autori che parteciperanno alla IX edizione?

    Il 2020 è stato un anno strano e tra le sue stranezze c'è stato il non poter vivere il premio in presenza, mi sarebbe piaciuto poter incontrare gli altri autori, i finalisti, coloro che hanno organizzato il premio (l'Associazione Zeno), ma non è stato possibile: il premio è stato vissuto a distanza, oline... io sono venuto a sapere di aver vinto mentre passeggiavo per Roma con la mascherina, ero in una libreria, sono entrato sul sito e ho visto di essere il vincitore: questa è stata l'edizione 2020 del Premio Zeno, strana come sono state e sono strane tutte le cose da quando il Covid è entrato nelle nostre vite. Un'altra cosa bella è l'invito a far parte della giuria per l'edizione del 2021 che spero potrà essere in presenza. Naturalmente ho accettato, sarà stimolante confrontarsi con altri autori. Il mio consiglio, per chi parteciperà, è di avere il massimo rispetto per il manoscritto, di se stessi e di chi lo leggerà, e per gli inediti di continuare a lavorare sul proprio testo.

  5. Quali sono i tuoi progetti futuri?

    Andare avanti, sperimentarsi sempre e continuare sulla via della scrittura senza un attimo di esitazione.
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