Michele Frisia risponde


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Cinque domande al vincitore della VIII edizione di Zeno, sezione romanzi inediti

14/02/2021 | 20:25

Emanuele Bukne, caporedattore del Premio Zeno, ha posto all'autore Michele Frisia, vincitore del Premio Zeno 2020 (sezione Romanzi Inediti), cinque domande sulla sua esperienza. Di seguito una sintesi della video intervista.

  1. Ciao Michele, la prima domanda riguarda il tuo libro: cosa ti ha spinto a scrivere Avere un piano con cui hai vinto il Premio Zeno?

    Ho scritto tanto prima di arrivare a questo romanzo (racconti di genere, sceneggiature, soggetti cinematografici) e ritenevo che fosse arrivato il momento di scrivere qualcosa di importante, qualcosa che venisse da dentro, così ho cominciato a stilare una sorta di lista di cose che avrei voluto mettere nel mio romanzo. Sono in molti a lavorare in questa maniera, a sostenere che siano i personaggi del libro a dirti cosa succederà, altri ritengono non sia possibile perché i personaggi in realtà non esistono, considerazioni entrambe corrette. In realtà il nostro cervello sotterraneo è più intelligente di noi, ha più memoria di noi, capisce le emozioni meglio di noi, e di quel cervello noi ci dobbiamo fidare. Così i miei personaggi hanno cominciato a fare cose che non mi sarei mai aspettato, cose che mi hanno lasciato di stucco, e lì ho capito che era arrivato il momento di scrivere il romanzo, perché avevo tutto. Questo accadeva nel 2017, ci ho lavorato tanto, l'ho riscritto, l'ho sistemato, e poi è arrivato questo premio...

  2. Come hai accolto la vittoria del premio?

    Molto bene perché in principio avevo difficoltà a farlo leggere. Sappiamo che oggi c'è una sovrapproduzione letteraria e che può essere un problema farsi leggere nella maniera corretta, e devo dire che i lettori dello Zeno hanno trovato, nel mio romanzo, quello che ho voluto metterci. Questa, senza dubbio, è una cosa molto positiva.

  3. Il tuo romanzo ha vinto la sezione romanzi inediti, quali sono secondo te i requisiti fondamentali per accettare una proposta di pubblicazione da una casa editrice?

    La pubblicazione sarebbe sicuramente una soddifazione ma negli anni ho avuto il tempo di superare l'ambizione cieca di farsi pubblicare. Se vuoi solo essere pubblicato corri il rischio di essere pubblicato e basta. In realtà l'aspirazione di uno scrittore, e degli artisti in generale, è che l'opera arrivi alle persone, al fruitore, al lettore. Un libro deve essere letto, l'importante è trovare una casa editrice che creda nel progetto e che faccia arrivare il tuo romanzo a un pubblico di lettori che lo leggano.

  4. Quest'anno farai parte della giuria della IX edizione del Premio Zeno, hai un consiglio da dare a chi deciderà di partecipare al concorso?

    Di scrivere qualcosa di importante, guardarsi dentro e capire cosa davvero lo è, il lettore in tal modo se ne accorgerà, è una cosa che traspare. Inoltre: rileggere e riscrivere tantissimo, non accontentarsi di una prima stesura, di una seconda e neanche di una terza. Fare decine di letture può sembrare eccessivo, faticoso, ma è fondamentale. Il terzo consiglio, mentre si fanno queste letture, è quello di riguardare la nostra opera da un punto di vista esterno: lasciare riposare l'opera sufficientemente per dimenticarsela e riguardarla in modo da vedere tutti gli errori madornali, che ci sono sempre: imprecisioni, incertezze. Hemingway diceva "first draft is shit" ed era assolutamente vero. Di conseguenza: accettare le critiche degli altri, cercare lettori che ci facciano vedere dove il testo non funziona; ci sono sempre dei punti in cui non funziona ed è lì che dobbiamo intervenire. Ancora: prendere delle strutture preesistenti di altri romanzi, di altre opere d'arte, e basarsi su quelle perché se i temi, le modalità, i personaggi, le battute non si possono copiare perché sarebbe un plagio (sarebbe qualcosa di orrendo), le strutture sono più o meno sempre quelle: si evolvono, vengono modificate, ne vengono fatte di nuove, vengono fuse, ma se una struttura funziona il nostro testo funzionerà. L'ultimo consiglio è fare in modo che lo stile e il contenuto della nostra scrittura vadano insieme.  

  5. Quali sono i tuoi progetti futuri?

    Ne ho tanti. I personaggi di cui parlavamo, e che alimentiamo con il nostro subconscio, se ne vanno in giro e ogni tanto vengono a trovarti. A me portano sempre tanti amici. Ho tutta una serie di arcipelaghi da continuare ad esplorare.
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