David Parri e il Premio Zeno


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L'esperienza letteraria di David Parri, finalista al Premio Zeno 2020

03/04/2021 | 11:43

Emanuele Bukne, caporedattore del Premio Zeno, ha posto all'autore David Parri, secondo classificato al Premio Zeno 2020 (sezione Romanzi Editi), alcune domande sulla sua esperienza. Di seguito una sintesi della video intervista.

Ciao David, da quanto tempo scrivi?

Innanzitutto ringrazio l'Associazione Zeno per questa opportunità. Il mio rapporto con la scrittura nasce tardi. Le cose che scrivevo prima erano completamente diverse, dato che da laureato in storia dell'arte mi occupavo principalmente di saggistica a carattere storico-artistico, soprattutto sulla pittura della controriforma, con una scrittura chiaramente compressa e con destinazione specialistica. Soltanto nel 2014, dopo dieci anni dalla mia entrata nella pubblica istruzione, in un momento particolare della mia vita ho sentito l'esigenza di mettere per iscritto alcune cose che mi stavano accadendo, di costruire un congegno narrativo che mi permettesse di tirar fuori alcune riflessioni... 

Come è nato Nelle zone temperate e quanto tempo hai impiegato a scriverlo?

Il risultato di questa esigenza di auto indagine è proprio il mio romanzo di esordio Nelle zone temperate, a cui si aggiunge la volontà di approfondire un tema fondamentale: il tema della scelta. Così mi sono imbattuto in testi storici che parlavano di scelte di antifascismo precoce da parte di personaggi minori del nostro novecento: braccianti e minatori toscani che si erano mantenuti saldi in questa posizione precoce di antifascismo, già nel momento di massimo consolidamento del regime, quindi dalla metà degli anni '20, antifascisti che avevano sfidato il conformismo sociale e che avrebbero poi avuto la guerra di Spagna come esperienza comune, un'esperienza fondamentale di crescita e di formazione. Contemporaneamente, nel 2015, ho fatto una vacanza in Aragona, e casualmente ho conosciuto un vecchio anarchico spagnolo, reduce della guerra di Spagna (all'epoca aveva 96 anni), e questo incontro fortuito mi ha permesso di unire i due filoni narrativi: quello intimista legato al presente e quello ambientato all'inizio del '900. Ho proseguito con la scrittura sino al 2016, poi il romanzo è stato fortunatamente pubblicato da Stampa Alternativa nel 2017. 

Come hai vissuto l'esperienza al Premio Zeno?

Mi ha fatto già molto piacere essere selezionato tra i primi quindici, quando poi ho scoperto di essere tra i primi tre ho proprio esultato... in privato, nella famiglia, in uno dei lunghi e vari momenti del lockdown che hanno scandito il nostro ultimo anno di vita. Quello che mi resta è una grandissima soddisfazione per il piazzamento e l'apprezzamento della giuria, e le bellissime parole di quest'ultima, a cui si aggiunge purtroppo un rammarico per non aver potuto incontrare gli organizzatori e gli altri partecipanti, sarebbe stata un'occasione di crescita personale, io interpreto la letteratura anche in questo modo: come incontro con gli altri. Purtroppo la pandemia ha molto compresso tutto questo. 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Per quel che il contingente permette sto pensando di approfondire due abbozzi di romanzo, a cui sto lavorando in parallelo: il primo è una storia adolescenziale dalle sabbie mobili degli anni '80, l'altro una spy story ambientata nell'estate del 1948, in pieno clima di guerra fredda.

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