Le motivazioni di Zeno 2022


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Terminata la X edizione del Premio Zeno, leggiamo le motivazioni dei giurati del concorso

29/01/2023 | 17:40

Pubblicate le motivazioni alle opere vincitrici della X edizione del Premio Letterario Zeno:

SEZIONE ROMANZI EDITI
Ferrovie del Messico, Gian Marco Griffi (Laurana Editore, 2022)
Un romanzo d’avventura che sa intrecciare contesto storico e distopia, dando alla vicenda contorni surreali e insieme plausibili e lasciando trapelare una vena comica e tragica insieme. Un lavoro imponente per mole e per inventiva, che riesce a evocare l’assurdità di un sistema politico dittatoriale, asettico e privo di raziocinio. Il suo protagonista, Cesco risulta insieme grottesco e concreto, i personaggi sono moltissimi e ben orchestrati. La scrittura si muove su numerosi registri e particolarmente riuscito risulta soprattutto quello in prima persona di Cesco, perché ricco di ulteriori riferimenti linguistici e sintattici. Il libro riesce a essere pienamente politico, pur non contemplando la possibilità di esserlo apertamente. (GIULIA CAMINITO)

SEZIONE ROMANZI INEDITI
Cinque, Cristina Pasqua
Romanzo sulla vita di cinque ragazzi nei sobborghi degradati di Roma. Ben scritto, dotato di ritmo, ha il suo limite, o forse il suo senso più autentico, nell’assenza di una vera e propria storia. Non è altro, infatti, che la descrizione della realtà grigia che vivono i cinque protagonisti. A turno narratori, il Sudicio, Philip Morris, il Gramo, Sottomarca e Giovanni (il meno integrato nel gruppo, tanto che non ha un soprannome), raccontano di piccole disgrazie familiari e della noia delle loro giornate. Viene da pensare a “Ragazzi di vita” di Pasolini, così accurato nel descrivere un ambiente degradato, ma qui, ed è forse voluto, di degradato non c’è altro che i palazzi scorticati e i ragazzi attaccati ai loro cellulari. Non c’è più nemmeno il dialetto imbastardito, non ci sono gli espedienti per rimediare quattro soldi. Insomma, passività totale, come forse anche nella realtà. Ma la differenza è soprattutto sociale: non più il sottoproletariato urbano di Pasolini, ma l’atomizzata nebulosa formata da disoccupati, precari e piccoli commercianti sull’orlo del fallimento, che condividono i sogni di ricchezza di tutti, pur essendo consapevoli che solo un colpo di fortuna potrebbe cambiare una sorte segnata. A ciò si aggiunge una terribile difficoltà di comunicare. I cinque si vedono sempre, ma non riescono mai a parlarsi veramente: la stessa fine improvvisa nasce da una frase non detta. L’autore adotta un linguaggio universale giovanile, terribilmente standardizzato, e non lo si può certo biasimare per questo, perché rispecchia la realtà. Il romanesco di “Ragazzi di vita” appare oggi antico, quasi una lingua estinta, almeno nella parte della popolazione nata dopo gli anni sessanta. Così il romanzo che oggi vuole parlare della realtà sociale non ha più lingue da utilizzare, se non una, unica, uguale per tutti, con la quale non si comunica nemmeno, se non a monosillabi o a frasi mozzate. (VINCENZO REZZUTI)

SEZIONE RACCONTI LUNGHI
Allora non chiuedere gli occhi, Mattia Grigolo
Un racconto semplice e nello stesso tempo molto complesso, che deve tantissimo alla narrativa americana (Cheever più che Carver, a mio parere).  L’autore è capace di non dire ciò che si può benissimo intuire, e questo per un narratore è un grande merito. Il dramma è appena accennato, il senso di morte di Ofelia (ma forse sarebbe stato meglio scegliere un nome meno evocativo) non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Splendidi alcuni particolari narrativi, come ad esempio la foto scattata con il cellulare di un gatto morto in strada che diventa sfondo del cellulare stesso, ma forse solo nell’immaginazione del protagonista (senza nome nella sua amletica insofferenza). C’è molta disincantata realtà, anche nell’idillio agreste dei fenicotteri fatti artificiosamente migrare da luoghi lontani, la cui sofferenza serve solo per compiacere i turisti. (VINCENZO REZZUTI)

SEZIONE RACCONTI BREVI
La parrucca di famiglia, Elisa Bellero
Come in un sogno dentro a un sogno dentro a un altro sogno, La parrucca di famiglia intreccia visioni oniriche, ricordi, atti mancati e profezie per costruire un racconto transgenerazionale attorno ai temi della malattia, dell’eredità e del confine che separa i vivi dai morti. Il contesto - classico - del tinello è turbato da un'atmosfera straniante, sostenuta da una lingua sobria, equilibrata, mai patetica per quanto compromessa con la profondità, e tanto precisa nella descrizione dei movimenti da somigliare a una partitura teatrale. (ALESSANDRA SERENA CAPPELLETTI)

POESIA
Agosto, Eleonora Villa
Una poesia che incastra bene le immagini, che hanno una loro forza narrativa ed emotiva che restituisce il giusto mistero di cosa ci sia dietro, quale sia il tu a cui si parla, quel tu che parte del noi. Agosto è un mese terribile, credo, per chi ha sensibilità e soffre il mostrarsi dei corpi, le città  vuote, l’afa, la voglia di vacanze collettiva e il rituale delle spiagge e del divertimento standard. (GIULIA CAMINITO)

 

Tutte le motivazioni dei giurati alle opere finaliste saranno visibili cliccando sul seguente link: https://progettozeno.it/edizione/2022

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