Quattro chiacchiere con Davide Rigiani


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Abbiamo chiesto al vincitore della sezione romanzi editi di raccontarci la sua esperienza al Premio Zeno

03/03/2024 | 11:54

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Davide Rigiani, vincitore della XI edizione del Premio Zeno, sezione romanzi editi.

In breve di cosa parla il tuo libro?
«Il Tullio e l'eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino» è la storia della strampalata famiglia del Tullio, un bambino che si affeziona a un eolao. Un eolao è uno stranissimo animale che riesce a esistere sia nel mondo reale che in quello della fantasia del Tullio. Assieme affrontano la quinta elementare e guardano il mondo reale degli adulti, che spesso è più folle del mondo della fantasia. Mi dicono che faccia abbastanza ridere.

Com'è andato il tuo libro? Ti ritieni soddisfatto?
Sono più che soddisfatto. Mentre lo scrivevo credevo che la pubblicazione fosse una cosa difficile da raggiungere, soprattutto se si cerca di presentare un libro che non rientra nei canoni più battuti, dunque le mie aspettative erano molto basse. Poi però l'Eolao è stato tra i premiati del Premio Calvino e questo ha portato alla pubblicazione con Minimum Fax. A quel punto io ero già due volte soddisfatto, ma in seguito il libro ha vinto altri premi, tra cui ovviamente il Premio Zeno, e dunque mi considero come minimo tre, quattro, cinque volte soddisfatto.

Com'è stata la serata conclusiva del Premio Zeno?
La cerimonia finale del Premio Zeno si è svolta alla libreria Tomo di Roma ed è stata piuttosto divertente. Lo Zeno premia varie categorie letterarie, racconto, poesia, eccetera, e quindi l'evento ha radunato un certo numero di finalisti tra scrittori e poeti. È bello incontrare persone con cui si condividono le stesse malattie mentali.

Su cosa stai lavorando adesso?
Sono un disordinato e faccio più cose contemporaneamente. Traffico con racconti e articoli che vorrei scrivere, ma più di tutto mi alterno tra due romanzi, uno strano e l'altro stranissimo. Le cose che scrivo però cambiano in corso d'opera, quindi magari ne verrà fuori qualcosa di assolutamente normale. Chi lo sa.

Dato che farai parte della giuria di Zeno XII, che consiglio dai agli autori iscritti?
Li inviterei a prendere esempio da me: io, quando mi viene un'idea per una storia, comincio subito a scriverla anche se magari non so ancora come risolverò il finale, o qualche snodo importante. Poi, quando arrivo al finale o allo snodo, e non so assolutamente cosa fare, mi dispero. È un metodo terribile e lo sconsiglio a tutti.

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