Le motivazioni di Zeno XI
Pubblicate le motivazioni alle opere vincitrici della XI edizione del Premio Letterario Zeno:
SEZIONE ROMANZI EDITI
Davide Rigiani, Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino (minimum fax)
Ne Il Tullio e l'eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino si ride, ma la scelta di Davide Rigiani è più tesa verso il surreale e l'onirico: tuttavia la lingua si impadronisce della scena; un ambiente linguistico viene abilmente creato da Rigiani, che sfrutta alcune delle infinite possibilità di plasmare l'italiano per costruire un suo italiano, ricco e reso vivissimo dall'utilizzo di termini propri della Svizzera italiana oppure da neologismi che creano uno sfasamento tra realismo e surrealismo, in un continuo intreccio tra il piano immediato e quello più metaforico. (GIAN MARCO GRIFFI)
SEZIONE ROMANZI INEDITI
Fausto Paolo Filograna, Una fine
Romanzo corale, a tessere. Ospita una voce monologante, o in dialogo con medici e terapeuti: la voce di un uomo che guarda e ricorda mentre invecchia in una città straniera. Poi almeno altre due voci: appartengono a una giovane coppia che non sa cosa fare del proprio futuro. Ma la trama conta fino a un certo punto, e ci si perde. Il testo è infatti un cantiere che, nella sua progettazione e resa, mostra tanto virtù quanto imperfezioni. Lingua e stile però sono maturi, mai friabili, anzi densi e spessi, riconoscibili come la tradizione entro la quale l’autore vuole collocarsi senza adottare schemi facili. Il testo si lascia apprezzare per un ingrediente la cui presenza distingue la buona scrittura dalla cattiva: il coraggio. (DAVIDE ORECCHIO)
SEZIONE RACCONTI LUNGHI
Nicole Trevisan, La Ragazza
Nella storia della letteratura la servitù è stata la voce che, attraverso uno sguardo disincantato e crudele, ha offerto una rappresentazione del proprio tempo affilata e spietata. La servitù di Jonathan Swift e le Serve di Genet riecheggiano in questo racconto affilato e disincantato. Raccontata da “la ragazza” con un linguaggio implacabile la storia procede senza tentennamenti verso il finale punteggiato da alcuni dettagli sceltissimi: –le screpolature dei suoi talloni si allontanano–. Sono dettagli espressionisti, improvvisi come inquadrature degli albori del cinema, che danno un ulteriore tocco sorprendente. (LIVIO MILANESIO)
SEZIONE RACCONTI BREVI
Lucrezia Pei e Ornella Soncini, La naturale legge del vuoto
La citazione di Ferdinand de Saussure con cui il testo si apre offre già la premessa teorica su cui il racconto si basa. È riportata però solo in francese, una scelta ostica per molti lettori, ma che in fondo serve a proiettarci nel tema dell'incomprensione e del divario tra sistemi espressivi differenti. Il racconto si presenta come un esperimento, un invito a guardare al di là del linguaggio conosciuto per riscoprire il mondo attraverso i sensi, ma da un'ottica estranea. La perdita della propria lingua, la lingua dell'anima, è secondo l'Io narrante un dramma che priva ogni cosa del suo significato e fa cadere l'individuo in un'incoscienza che non ha riscatto. (LUIGI ESPOSITO GIARDINO)
POESIA
Mariasole Ariot, Ditele l’assenza
La voce di Mariasole Ariot non riesce a non essere poetica. Persino quando si veste di prosa, come accade in questi due capoversi anaforici di media lunghezza. Voce unica, inconfondibile, è lirica e struggente senza mai pronunciare la parola “Io”. (DAVIDE ORECCHIO)
Tutte le motivazioni dei giurati alle opere finaliste saranno visibili cliccando sul seguente link: https://progettozeno.it/edizione/2023.